Nuova Zelanda – Andata e ritorno…

Ho viaggiato molto nella mia vita e ho visto molti posti meravigliosi…certo, non si può vedere tutto in una vita sola e i paesi più curiosi sono sempre i più lontani (non mi spiego il perchè eheh), tuttavia esiste un paese molto molto lontano da noi che ho sempre desiderato visitare un giorno e che, con il passare degli anni, cominciavo a disperare di vedere…la Nuova Zelanda.

Primo capitolo – Il mare e l’avventura

Un popolo di marinai con l’avventura nel dna, non c’è dubbio alcuno.

La leggenda narra che, intorno al 950 d.C, un pescatore polinesiano di nome Kupe, mentre inseguiva una piovra gigante tra i flutti, deciso a catturarla ad ogni costo, scoprì lo stretto che separa le due isole della Nuova Zelanda.

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Stretto di Cook – Tra la North Island e la South Island

Rimasto stupefatto dalla bellezza di quelle nuove terre, tornò a Hawaiki (la sua terra natìa) e raccontò tutta la bellezza di quello che aveva visto. I suoi compaesani, attirati dallo stupore che aveva provato Kupe, decisero di organizzare una piccola spedizione (siamo intorno all’anno mille) ed evidentemente si resero conto che non mentiva…da quel momento quelle popolazioni polinesiane cominciarono una lenta migrazione, sprovvisti di carte nautiche e bussole, contando solo sulla loro straordinaria capacità di orientarsi osservando le stelle. E’ incredibile come questi uomini, incuriositi dalle parole di un loro compaesano, da un loro amico, abbiano deciso di sperimentare di persona quello stupore che potevano leggere sul volto di Kupe e decisero di fidarsi e di sfidare più di 2000 miglia di oceano, per vedere anche loro. Le diedero il nome Aotearoa che significa “l’isola della lunga nuvola bianca” e in effetti le nuvole non mancano mai, per la gioia di noi fotografi.0803_NuovaZelanda_0024 Continua a leggere

E si comincia alla grande!

Bisogna partire, partire sempre e ripartire ogni volta.

Non riesco a stare fermo e, anche se la mia pigrizia regna sovrana, ho un cuore come il vostro e non riesce proprio a stare fermo. Mia madre direbbe che ero, sono e sarò sempre un iperatttivo ma non sarebbe tutta la verità. Da molto tempo mi ripetevo che un giorno avrei costruito un sito tutto mio, con le foto tutte mie, con un blog, una galleria, etc, etc, un mausoleo in cui conservare la mia storia. Sia chiaro, non è che prima di oggi le mie passioni fossero tenute nascoste, anzi, mia moglie potrà confermare che ho perseguito sempre tutto quello che mi girava per la testa, spesso senza pensare alle conseguenze (economiche soprattutto). 20150429_101451Ora, però, qualcosa dentro di me si è mosso e sono stato spinto fuori dall’uscio, verso una avventura inaspettata. Non per seppellire e dare una lapide di marmo lucido su cui far piangere me e i miei cari ma per condividere il bello che vedo, che c’è. La scelta si è fatta seria poco tempo fa: un paio di incontri, due chiacchere con gli amici e la provocazione di una amica. D’altronde, non è forse così che rotola l’esperienza di noi tutti? Il concetto è chiaro, dopo tutto. Quando uno incontra una cosa bella, che lo lascia senza fiato, la prima cosa che fa è correre a dirlo a tutti, perchè “le cose belle vanno cantate” e quello che c’è è davvero troppo drammaticamente bello per starsene zitti. (Poi parleremo in un secondo momento se quello che c’è qui piacerà anche a voi…ehehe) Era davvero necessario che fosse una mia cara amica a farmi ricordare questo, che mi aiutasse a prendere sul serio questo inizio; avevo bisogno di voltare lo sguardo in tutti i sensi, dovevo proprio, fisicamente, girare la testa (convertirmi) dal mio orticello fatto di hard disk pieni di polverosi files, conservati per anni, e malinconicamente aperti ogni tanto. Un bello visto tanti anni prima e che ora non c’è più. Ma questo al nostro cuore non basta, non ci basta un bello incontrato 20 anni fa e non valido più oggi, non più presente ora che vi scrivo e che voi leggete, ora che i miei figli crescono e io invecchio. Ho/abbiamo bisogno che sia presente…e in effetti…tom tom tom tom (rullo di tamburi)…lo è! E’ presente qui e ora! C’è nonostante il dolore del momento o la fatica dell’istante, c’è come una promessa che va cercata scavando con le unghie e con i denti, sporcandosi le mani, strisciando nel fango, al freddo e al buio…in attesa! 20150423_102954Senza cercare alibi o scuse, stando semplicemente di fronte alle cose così come sono. Questo implica una fatica, un sacrificio che ci realizza come uomini, che mi aiuta a prendere sul serio me stesso e quello che mi circonda (sacer + facere, “rendere sacro”). La promessa che ci è fatta ora è paradossale ma mi corrisponde, corrisponde alle domande del mio cuore, e, perciò, risponde a tutto me. Nel 90% dei casi, poi, vengo vinto dalla mia pigrizia, dalla mia abitudine a sedermi e guardare soltanto gli altri che tarellano attorno a me…ma in fede so che ha più gusto la vita quando mi alzo e li seguo. E’ proprio una grande fortuna avere degli amici che si fanno carico di te, delle tue debolezze, e che ti spronano e ti accompagnano nel cammino. Nonostante i limiti e la fatica siano gli stessi (ma nel mio caso forse esiste una eccezione…sono un lazzarone proprio). Ecco quello che intendo fare: prendere sul serio il desiderio di bene, bello e vero del mio cuore provando a documentarlo come meglio riesco.